La ricerca della casa vivendo all’estero.

Per me la casa è fondamentale. Sceglierla con cura è necessario. Devo sentirmi bene tra le mie quattro mura e le mie quattro mura devono corrispondermi. Abbiamo sempre dedicato tempo ed energie a cercare il luogo che il più possibile si avvicinasse al nostro posto ideale, consci di come il nostro equilibrio all’estero dipenda anche da questa scelta.

Ancora una volta eccoci nel delicato esercizio del scegliere. Non è stato semplice, per niente. Per mesi ho guardato annunci e, per mesi, ho fatto fatica a trovare qualcosa che mi soddisfacesse, e forse un po’ la colpa era dovuta alla mia difficoltà a togliermi dagli occhi il nostro perfetto appartamento svedese. Ogni volta che mi sembrava di aver trovato qualcosa di papabile, eccomi di nuovo pronta a cascare nel confronto, meno charme, meno luce, meno tutto.

Difficile competere con un posto che per cinque anni mi ha riempito il cuore. Ho adorato il nostro appartamento e ci siamo stati veramente bene. Quando per cinque anni ogni mattina di fronte al primo caffè ti sei ripetuta “che bella la mia casa“, è un po’ come dover ritrovare un grande amore quando il primo ci ha lasciati rimanendo perfetto ai nostri occhi!! Certo che la ricerca non è semplice.

Anche quando non necessariamente si cerca la perla rara, cercare casa in un città che non conosciamo, o conosciamo poco, è un esercizio delicato.

Ma come fare per prepararsi al meglio? Da quando internet e i social sono entrati con forza nelle nostre vite, nel bene e nel male, la vita degli espatriati in questo senso è migliorata nettamente. Cercare casa e capire dove cercarla è diventato molto più semplice. Articoli disponibili on line, gruppi di vario tipo ai quali appoggiarsi e fare domande (che poi le risposte vadano prese con le pinze, a volte, è un altro discorso). Insomma un mondo a disposizione a portata di clic per poter preparare all meglio la ricerca.

Le società di relocation poi sono sicuramente utili, anche se per me nulla rimpiazza il consiglio di chi, straniero, vive in loco. Si sa che le esigenze possono spesso essere le stesse, e le relocation nella maggior parte dei casi hanno il punto di vista del locale, di chi in un posto ci è cresciuto o ci vive da anni, non di chi passa e va.

Io metto sempre insieme le informazioni da fonti svariate e con questo bagaglino vado sul terreno, alla scoperta. Una casa devo sentirla, ma devo anche sentire il quartiere. Anzi direi che il quartiere arriva prima della casa. Con l’età comunque peggioro, divento abbastanza pignola e voglio veramente non accontentarmi, Credo che l’agente immobiliare che la relocation ci ha affibbiato tipo ombra, mi odiasse. Il momento in cui ho trovato deve essere stata per lui una specie di festa, si è liberato dell’italiana rompi ….

Comunque una volta raccolte le informazioni, un giretto sul terreno è molto più efficace e rapido. Poi ovviamente ci sono mercati più attivi e altri meno. Mercati con case grandi più difficili da trovare, o con case non particolarmente curate. Dipende molto dalle città e dal rapporto domanda offerta.

Capire come gira il mercato è anche importante. Ad esempio a Stoccolma il mercato degli affitti è folle e soprattutto i proprietari non possono affittare per periodi troppo lunghi, uno massimo due anni. Di conseguenza gli affittuari si trovano a volte a dover cambiare casa ogni anno, faticoso e anche costoso, sia in termini di energie spese che di soldi investiti per installarsi. Del mercato dell’acquisto sempre a Stoccolma, ne ho già parlato a lungo, molto dinamico e anche assolutamente senza senso, noi abbiamo preferito comprare, ma sono conscia che non è un posto per tutte le tasche.

Poi ovviamente ci sono le nostre esigenze personali, il tipo di famiglia che si sposta, il come si vuole vivere. Spostarsi con i figli o senza cambia il tipo di ricerca. Noi per anni abbiamo dato la precedenza alla vicinanza con la scuola. Era importante che le bambine/ragazze potessero avere la loro vita a portata di mano, quello a dover fare lunghi spostamenti era Paolo, nel caso ovviamente non ci fosse la possibilità di equilibrare il tutto.

Cambia anche se i figli sono piccoli o adolescenti, proprio perché le esigenze non sono le stesse. E in assoluto la storia è tutta un’altra quando a spostarsi si è solo più in due adulti. A questo punto l’equilibrio era tra vicinanza con l’ufficio ma anche un’area che ci corrispondesse, vivace abbastanza da garantirci un certo numero di cose da fare, in città, con ristoranti e cose varie. Per me la cosa importante era mantenere la stessa qualità di vita che ho a Stoccolma, leggasi poter andare in giro a piedi e aver molto a portata di mano. Ovviamente il tutto nei limiti di una città molto più estesa di Stoccolma. Poche idee ma ben chiare.

Mettere ogni tassello al suo posto non è stato immediato. All’inizio soprattutto ci siamo fissati su una zona specifica. Errore da novellini. Rapidamente ci siamo resi conto, o meglio Paolo si è reso conto, che non era l’area giusta. Successivamente abbiamo creduto poter amare il genere grattacielo con tutte le varie attività annesse e connesse, piscina e palestra. Ci sembrava, o mi sembrava, potesse essere una nuova esperienza, del tipo cambio casa cambio vita. Ma ogni convinzione e cascata nel momento in cui in uno di questi grattacieli con valet parking e tutto il trallalla, ci hanno fatto vedere la stanza con il simulatore di golf. Ecco mi sono detta, ci siamo detti, anche no.

L’idea del grattacielo con tutto tutto non era noi. Non avremmo resistito lungo. E aprendo gli orizzonti alla fine la perla rara l’abbiamo trovata! Già sento che ci rispecchia molto e ci accoglierà in modo perfetto. Insomma le basi per alzarmi ogni mattina e dirmi ” che bella la mia casa” ci sono tutte!! Adesso mandano i 45m3 di container da chiudere e spedire!

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